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mercoledì 25 marzo 2015

James Ivory, un omaggio a Venezia

"Realizzai la mia tesi di laurea girando questo film (Venice, themes and variations, 1957); mi procurai una cinepresa molto comoda, e rimasi in laguna un inverno da solo, senza alcun altro aiuto. Quando il mio relatore vide il risultato, mi disse: 'Bravo James, hai realizzato il primo film muto dal '29'; in effetti non avevo microfono, solo sequenze riprese  a spalla. Filmavo di tutto. A rivederlo dopo tanti anni, nella carrellata pittorica, mi chiedo perché ho preferito Guardi al Canaletto; evidentemente allora lo apprezzavo di più. Certe omissioni, come Tiziano, non posso certamente giustificarle: ma era una tesi, in fondo, e avevo poco tempo!"
James Ivory alla consegna del Premio Bauer Ca' Foscari

La prima guerra mondiale, e mai nulla fu come prima.

"Niente fu mai come prima". La frase ricorre spesso, a proposito del Primo conflitto mondiale, e non riguarda i nudi indici di quantità nella descrizione della catastrofe; Paolo Mieli insiste nel mettere a fuoco quest'aspetto simbolico, nell'affermare che quella guerra è parte inscindibile del nostro DNA. Nel 1914 è cambiato il rapporto con l'idea di morte e di sterminio, che porterà i suoi frutti nel corso del secolo. Il libro di Hertmans, in questa prospettiva, assume una dimensione di grande interesse. "Guerra e trementina è un libro che si legge con piacere, lieve, senza ricorrere a effetti speciali", rilancia Mieli. E forse si aggiungono ulteriori indizi, da qui, per collocare meglio le prime impressioni suggerite, nel post precedente, dall'incipit del libro: il paesaggio multisensoriale di Hertmans ci parla innanzitutto di quello snodo centrale della nostra storia, della genesi di una percezione del mondo. E' l'immersione in quello spartiacque di simboli e cadaveri, che ci riguarda tutti. Hertmans lo sottolinea, riattraversa gli aspetti umani e le connotazioni storiche di quel passaggio. "L'uomo è cambiato profondamente", dice Hartmans, "e il mio protagonista è un uomo del '900 che porta su di sé il travaglio del cambiamento, con estrema umiltà".

Guerra e trementina.

Il romanzo "Guerra e trementina" di Stefan Hertmans (Hotel Bauer, oggi alle ore 15.00) è stato tradotto in quindici lingue, premiato con i riconoscimenti più prestigiosi quali l’ako Literature Prize, il Golden Owl - premio del pubblico - e il Premio alla cultura fiamminga per la letteratura.
Qui un'istantanea con l'incipit del romanzo. Colpisce subito la precisione analitica, meticolosa di ogni dettaglio nella descrizione del ricordo, anche nelle pagine successive; come se ogni specificazione di forma e di colore fornisse un  puntello necessario alla costruzione del senso, dalla micro- alla macrostoria, dal colpo d'occhio del singolo all'evocazione collettiva. Senza soluzione apparente di continuità.


Incanti e disincanti

L'intreccio è servito, la trama è succosa: ogni protagonista è pronto a fare la sua parte, rimettendo in gioco le proprie visioni e utopie, gli incanti e i disincanti. L'ecoscandaglio di Incroci riparte, infiltra nuovi sensori nell'immaginario di mondi vicini e lontani, scova nuovi epicentri d'onda fra i sismografi della creatività letteraria, cartina tornasole di ciò che oggi si mette in moto, sorprende il presente, anticipa il futuro. Si parte con Stefan Hertmans, al Bauer, alle 15.00, intervistato da Paolo Mieli.